Chimanta Tepui 2009
La spedizione, tenutasi nel febbraio 2009, aveva quale obiettivo quello di ampliare il quadro conoscitivo del carsismo nelle quarzoareniti venezuelane, in particolare per quanto riguarda le indagini di carattere: idrogeologico, speleogenetico e biospeleologico.
Obbiettivo specifico sono state le propaggini orientali del vasto Chimanta Tepui, rilievo che copre una superficie di quasi 1200 km2 suddiviso topograficamente in diversi rilievi minori, tra i quali l'Akopàn ed il Churì. In esse, durante una pre-spedizione tenutasi nel gennaio 2008, erano stati avvistati numerosi importanti ingressi carsici, alcuni caratterizzati da imponenti risorgenze in parete.
Il problema principale che si è dovuto affrontare è stato il raggiungimento delle cavità, che si aprono sulle alte pareti dell'Akopan Tepui, affrontando impegnative calate di quasi 200 metri. Fondamentale è stato l’uso dell’elicottero per raggiungere la sommità del massiccio elitrasportando piccole squadre autonome.
Nel corso della spedizione è stata realizzata una imponente documentazione fotografica e video. Per la prima volta in una spedizione speleologica è stato sperimentato il sistema di collegamento satellitare Inmarsat, della Intermatica. Sistema che ha permesso di aggiornare quotidianamente e in tempo reale una pagina di news. Tra i principali risultati esplorativi raggiunti vi è stata l'esplorazione del sistema Akopàn-Dal Cin-Maripak, che su enormi gallerie attive sviluppa 3,5 km.
Durante la spedizione, il pilota di elicotteri venezuelano Raul Arias individua dall’alto un grande ingresso negli altopiani sommitali dell’Auyan Tepui. La cavità, che viene chiamata Cueva Guacamaya, è esplorata poche settimane più tardi dallo stesso Arias, insieme a due speleologi italiani e dallo speleologo venezuelano Freddy Vergara.