Lo scorso fine settimana si è tenuta la consueta assemblea estiva, per forza di cose quest'anno con pochi in presenza dal vivo e tanti da remoto speriamo per l'ultima volta.
Dopo 2 mandati consecutivi di Francesco Lo Mastro la presidenza è stata affidata a Francesco Sauro.
Il nuovo Consiglio Direttivo, invece, è composto da: Tullio Bernabei, Gaetano Boldrini, Leonardo Colavita, Ada De Matteo, Antonio De Vivo, Alessio Romeo, Natalino Russo e Marco Vattano.
I soci e il nuovo CD ne approfittano per ringraziare il CD uscente e il presidente Lo Mastro per il lavoro svolto in questi anni, in particolar modo per la capacità di mantenere viva e attiva l'Associazione anche in tempi davvero complessi come quelli che stiamo vivendo.
Di seguito una breve intervista per presentarvi il neo-presidente Francesco Sauro.
Presidente dopo ben 9 anni da vicepresidente; quasi un passaggio naturale. Ti aspettavi questa elezione?
Sono entrato in La Venta quando avevo 21 anni. Per me questa associazione rappresentava un mito, così come i suoi fondatori, di cui avevo profonda soggezione. Negli anni mi sono trovato a condividere idee e sogni con tanti soci, e poi a cercare di indirizzare al meglio progetti e attività al fianco di quel gigante che era Giovanni Badino. Infine gli ultimi sei anni con il consiglio guidato da Francesco Lo Mastro sono stati un’ulteriore fase di crescita personale. A queste elezioni sentivo che non potevo più tirarmi indietro, nonostante il momento difficile che sta passando la speleologia di spedizione, vista la situazione globale. Era doveroso mettermi a disposizione e sono grato all’associazione che mi ha dato fiducia.
È risaputo che tu hai una vita densa di incombenze lavorative. Credi sarà complicato conciliarle con gli impegni che richiederà questo nuovo incarico?
Effettivamente è un periodo complesso della mia vita denso di progetti lavorativi, ricerca e attività professionali. Certo, non sarà facile. Ma come sempre è la passione per l’esplorazione che ci guida in questo percorso. La Venta rimane una grande organizzazione, in cui ci sono tante persone con un enorme bagaglio di esperienze. Sono convinto che con l’appoggio dei fondatori e il supporto fattivo dei soci più giovani, riuscirò a portare avanti il nuovo incarico. Il nuovo consiglio è un bell’amalgama tra soci fondatori, altri che da molti anni si spendono per l’associazione e alcuni di recente ingresso, alla loro prima esperienza nel consiglio direttivo. L’importante è partire con calma! Ma anche porsi degli obbiettivi all’altezza dei nostri sogni.
In questo ultimo anno La Venta ha subito anche una trasformazione dettata da cause di forza maggiore: come tante altre associazioni ha dovuto cambiare la propria ragione sociale e il proprio statuto per trasformarsi in una APS. Si è trattato di cambiamenti importanti? Come influiranno sulla vita e sulle attività dell'Associazione?
L’ultimo anno di pausa forzata dai progetti, è servito proprio per concentrarsi su questi aspetti burocratici che non abbiamo voluto sottovalutare. La Venta si è rinnovata con un nuovo statuto in linea con i nuovi requisiti imposti dalla riforma del Terzo Settore. Questo ci ha permesso anche di rivedere l’organizzazione interna, gli aspetti assicurativi, la gestione dei soci. È stata una fatica enorme, portata avanti soprattutto dal presidente uscente Lo Mastro e dal fondatore Antonio De Vivo. Sono davvero grato a tutto il consiglio uscente per avermi lasciato un’associazione già riformata da questo punto di vista.
Tali cambiamenti avranno certamente un impatto sulla vita futura dell’associazione. Allo stesso tempo però non vogliamo che la Venta cambi il suo spirito originario, che è quello di un gruppo affiatato di amici che vogliono conoscere nuovi territori e fare qualcosa di concreto per salvaguardare e divulgare il meraviglioso mondo delle grotte.
L’Associazione viene da quasi due anni di stop per quanto riguarda le spedizioni a causa della pandemia da Covid-19. Come prevedi saranno questi prossimi 3 anni?
La ripartenza sarà necessariamente lenta. Abbiamo molti progetti nel cassetto, dalle grotte vulcaniche delle Galapagos e Islanda, ai ghiacciai delle Alpi, dalle quarziti della Colombia ai diapiri salini dell’Iran. Ma, almeno per un po’ di tempo, viaggiare non sarà più così semplice come il periodo pre-pandemia, e porterà con sé importanti responsabilità per quanto riguarda le azioni di prevenzione da intraprendere nell’entrare in contatto con popolazioni che vivono in luoghi remoti. Io credo che sarà molto importante sviluppare progetti profondamente condivisi con la speleologia e le istituzioni locali. Poco prima che il Covid-19 si diffondesse a livello globale, siamo stati impegnati in una spedizione a Palawan (Filippine) insieme con gli speleologi filippini. È stata una soddisfazione vedere che in quest’ultimo anno, mentre noi non potevamo viaggiare, loro continuavano con le esplorazioni e il lavoro di documentazione iniziati insieme ai nostri soci.
Per La Venta l’importante è che ogni progetto apra una strada di consapevolezza dell’importanza dell’esplorazione geografica, con particolare attenzione al mondo sotterrano. Non è sempre necessario che siamo noi a percorrerla fino alla fine.
C'è un obiettivo particolare che si prefigge questo nuovo CD per il suo mandato?
Ce ne sono diversi. Ma uno che mi sta a cuore è il coinvolgimento di nuovi speleologi e ricercatori che abbiano voglia di cimentarsi con progetti di esplorazione geografica complessi e ambiziosi. Mi piacerebbe fare in modo che La Venta diventi uno strumento per aiutare a realizzare i sogni esplorativi di persone che si affacciano alla nostra porta mostrando lo stesso nostro spirito di avventura e amicizia. In tal senso ho alcune idee che svilupperemo nei prossimi mesi. Ma per riuscire a mettere in piedi un supporto effettivo è anche necessario reperire nuove risorse economiche da investire nei progetti. Ormai l’esplorazione speleologica non è più un settore di nicchia. I nuovi canali di comunicazione, la fotografia digitale, l’azione degli speleologi hanno reso quest’attività sempre più “visibile” e apprezzabile. È importante che le istituzioni e gli sponsor ne comprendano la potenzialità e la sostengano.
Concludiamo chiedendoti: nonostante i problemi legati alla crisi economica e alla crisi pandemica i progetti esplorativi ed editoriali di La Venta sono stati comunque numerosi negli ultimi anni. Ci sono già nuovi progetti all'orizzonte?
Sul fronte editoria a brevissimo uscirà il libro su Naica e le grotte di cristallo. Ma altri sicuramente attendono di essere scritti, come ad esempio quello sulle ricerche nelle quarziti. Speriamo inoltre di ripartire già quest’estate. Daremo il nostro supporto al progetto di glaciospeleologia “Versante Nord delle Alpi”, insieme con diverse altre associazioni italiane e straniere. Inoltre dall’autunno confidiamo di riprendere le attività pianificate in Colombia, Chiapas e Iran. Ma un progetto che vorrei mettere in piedi nei prossimi anni è anche quello dello studio di grotte laviche in diversi contesti, come Galapagos e Islanda. È questo uno dei pochi mondi sotterranei che La Venta non ha ancora investigato a dovere. Penso che le ricerche scientifiche che ho effettuato negli ultimi anni sulle grotte extraterrestri e nei tubi lavici di Lanzarote potranno dare questa nuova spinta per documentare e esplorare anche questa tipologia di cavità sotterranee troppo spesso sottovalutata.